VENERABILE
P. MICHELE DI SANT’AGOSTINO
carmelitano
LA VITA
ALIMENTATA
DALLO
SPIRITO
DI
MARIA
(VITA MARIAFORME E MARIANA)
a cura di P. Santino Scapin, carmelitano
EDITRICE
ANCILLA
PRESENTAZIONE
Ho letto con soddisfazione e piacere
la traduzione del trattato sulla Vita
mariæforme e mariana del Ven. Michele di S. Agostino, fatta dal P. Santino
Scapin carmelitano.
Egli ha riportato con snellezza e
brio in lingua italiana ciò che il Ven. Michele aveva scritto in latino, nel
secolo XVII.
P. Santino usa un linguaggio molto
spigliato che sa tener vivo l'interesse del lettore e lo rende desideroso di
andare fino in fondo per conoscere una dottrina mariana che è rimasta quasi
ignorata nella comunità cristiana.
Anzitutto P. Santino ha intermezzato
ogni capitolo con sottotitoli che spezzano la lettura e mettono bene in risalto
le varie sfumature della dottrina, rendendola più chiara e comprensibile.
Tuttavia il traduttore pur
apportando queste novità, è rimasto fedele al testo del nostro mistico
fiammingo. Questo va detto a lode, perché non si accolga la nuova traduzione
con la consueta prevenzione che ogni traduttore sia un traditore.
Noi ci complimentiamo col P. Santino
per la sua fatica letteraria ben riuscita, e ci auguriamo che il trattatello
mariano abbia diffusione nell'assemblea cristiana e possa portare a conoscenza
delle meraviglie spirituali che Dio compie in Maria.
Soprattutto auspichiamo che i fedeli
pratichino la vera devozione alla Madonna, seguendo gli insegnamenti che il Ven.
Michele ci ha impartito descrivendo la vita marieforme; questa, come ogni
pratica ascetica, può essere esercitata con il nostro impegno e la grazia
ordinaria divina, che Dio non nega a nessuno.
P. Stefano Possanzini, carmelitano
Institutum
Carmelitanum – Roma
IL
VENERABILE
MICHELE
DI SANT'AGOSTINO
La
vita
Il Ven. padre Michele di
Sant'Agostino nacque a Bruxelles il 15 aprile 1621 e morì nel 1684 dopo aver
assunto nell'Ordine Carmelitano vari compiti di rilievo. Fu professore di
Teologia e di filosofia, maestro dei Novizi, priore, Superiore Provinciale della
Provincia religiosa Flandro-Belgica. Fu ricercato direttore spirituale e
sapiente formatore di anime.
Tra i cultori della Mariologia,
Padre Michele è lo studioso che precorre il pensiero di San Luigi Maria Grignon
de Montfort, sottolineando con forza l'aspetto della "pietà filiale,
tenera e delicata" del devoto verso la Madre amabile, sotto la spinta del
soffio dello Spirito di Dio.
Il nostro Venerabile viene qualche
anno dopo l'inizio della Riforma carmelitana di S. Teresa d'Avila e si inserisce
nel cuore delle varie Riforme che dopo il Concilio di Trento investono gli
Ordini religiosi. Egli fece parte della più nota tra queste Riforme: quella
Turonense che si sviluppò nella Francia del Nord e nel Belgio allargandosi via
via a tutti i conventi carmelitani d'Europa.
Le Costituzioni che regolarono la
vita dei Carmelitani prima del Concilio Vaticano II furono fortemente
influenzate da questa Riforma che come compito precipuo del frate propone
"lo studio della divina contemplazione, l'amore della solitudine e
l'esercizio della preghiera" e solo parzialmente l'apostolato.
La mia
traduzione
L'unica traduzione italiana della "Vita mariaeforme et mariana" risale al 1982 ed è delle
Edizioni Monfortane. Il lavoro del traduttore, p. Ignazio del Bambin Gesù,
O.C.D., fedele al testo latino del Venerabile, riesce in gran parte
incomprensibile ai nostri occhi. E tale sarebbe rimasto se si fosse voluto
rispettare il testo latino così contorto, farraginoso e con parole dal senso a
noi tanto distante.
Nel 1992 ritornando da un lungo
soggiorno a Medjugorje, presi il coraggio a quattro mani e mi accinsi a tradurre
la Vita mariæforme.
In questi lunghi anni ho tradotto,
ritradotto, sezionato il testo, l'ho adattato per ben cinque o sei volte dandolo
da leggere a persone competenti, tra le quali il compianto p. Elia Monari O.
Carm..
Finalmente mi permetto di mettere il
frutto del mio lavoro sotto gli occhi del benevolo lettore il quale, se mai avrà
conoscenza del testo latino, mi potrà dire se ho fatto un buon lavoro oppure ho
tradito il pensiero del padre Michele; a lui e alla Madre amabile va il mio
grazie. Come pure gratitudine riservo all'Editrice Ancilla che crede in questo
minuscolo lavoro.
P. Santino Scapin, carmelitano
31
maggio 1998 - Pentecoste
Nel
secondo anno in preparazione
al
grande Giubileo del duemila
dedicato
allo Spirito Santo
CAPITOLO
PRIMO
l.
In questo libretto desidero soffermarmi sul modo di rapportarci verso Maria
Santissima, la nostra Madre amabile. Sono spinto a farlo per l'amore filiale che
nutro verso di Lei e nella forma che mi suggerisce il Signore.
Vita
deiforme e mariaforme
2.
Entro
subito nell'argomento. È necessario che noi viviamo in maniera deiforme, cioè come piace al Signore, secondo le esigenze della sua
divina volontà.
Ma è altrettanto giusto che ci
comportiamo in modo mariaforme, vale
a dire secondo la volontà di Maria, Madre di Dio. Pertanto chi promette di
esserle figlio devoto, farà in modo di esaminare se stesso e le sue azioni per
vedere se sono secondo il desiderio di Dio e della Madre amabile.
Cercherà di avere in ogni cosa lo
sguardo rivolto al Signore e a Lei. Prontamente e di buon animo eseguirà quanto
avrà capito essere di loro gradimento ed eviterà accuratamente quello che a
loro non piace.
3.
Per
condurre una vita di totale dedizione al Signore o deiforme,
è necessaria la grazia soprannaturale, cioè l'azione dello Spirito Santo in
noi.
Lo Spirito previene l'iniziativa
dell'anima e la spinge a fare quanto deciso; le viene in soccorso nelle
difficoltà, l'accompagna e la segue.
Se l'anima collabora fedelmente con
lo Spirito Santo, allora vivrà una vita soprannaturale e divina.
Ogni
grazia per le mani di Maria
4.
Secondo il pensiero dei Padri della Chiesa, Dio ha deciso di non concedere
alcuna grazia se non per le mani di Maria. Essi chiamano Maria collo della Chiesa, mentre Cristo ne è il capo, la testa. Da Cristo, capo
della Chiesa, provengono tutte le grazie e le benedizioni celesti che
passando attraverso Maria, collo della
Chiesa, giungono a tutte le membra del Corpo di Cristo.
Tutti i favori divini sono, perciò,
anche benefici e favori di questa Madre amabile. Non solo quindi la grazia
soprannaturale, ossia lo Spirito Santo, opera e genera la
vita divina nelle anime, ma anche la grazia e lo Spirito della Madre amabile
operano e generano in esse la vita
mariana gradita al suo Cuore.
5.
Sant'Ambrogio,
vescovo di Milano, si augurava che lo Spirito di Maria abitasse in ciascuno di
noi e diceva: "Sia in noi tutti
l'anima di Maria: essa esalti il Signore in noi. Sia in noi tutti lo Spirito di
Maria: esso si rallegri in noi nel Signore, nostra salvezza". E io
aggiungo: sia in noi tutti lo Spirito della Vergine affinché possiamo vivere
per Lui, abiti in noi e così sarà Lui a compiere le nostre azioni. Il suo
Spirito sia il principio che regola la nostra esistenza.
Chi
trova Maria trova la vita
6.
Maria
stessa, per bocca della Madre Chiesa, parla così: "Il mio spirito è più dolce del miele" (Sir 24,27). E
ancora: "Coloro che operano in
me" cioè con la grazia acquisita attraverso di me, "non
peccheranno" (Sir 24,30). "Chi
troverà me, troverà la vita e si abbevererà alla salvezza del Signore" (Pro
8,35).
In un altro passo della Bibbia,
Maria dice: "In me si trova la grazia
di ogni via" (Sir 24,25), ossia la grazia per ogni particolare
situazione in cui si trovano le anime che amano e cercano il Signore.
"In
me si trova ogni speranza di vita e di virtù" (Sir
24,25). Come se la Madre amabile dicesse che nessuno, in qualunque stato o
condizione spirituale venga a trovarsi, possa ricevere qualche grazia, possa
nutrire speranza di vita eterna o di virtù cristiana se non ottenuta per le sue
mani, come suo dono gratuito.
Cristo e
Maria vivono in me
7.
In
tal modo l'anima devota, un po’ alla volta si abitua a condurre una vita divina gradita a Dio e contemporaneamente una vita
mariana, di abbandono in Maria. Una vita che proviene dallo Spirito di Dio e
da quello della Vergine Santa, ossia dalla grazia divina impetrata da Maria e
ricevuta dalle sue mani.
Quando l'anima che ama Dio giunge a
vivere la vita cristiana e divina in maniera stabile, può dire: "Non sono più io che vivo, ma vivono in me Cristo e Maria"
(Cf Gal 2,20).
Oppure: "Lo
Spirito di Gesù e di Maria che dimora in me, compie in me le sue opere" (Gv
14,10). È "l'unico e medesimo
Spirito" (1Cor 12,11) di Gesù e di Maria che opera nell'anima.
8.
A
conclusione del nostro iniziale discorso si può affermare che Maria ha il suo
regno ed il suo trono nell'anima accanto al trono del Figlio suo, Gesù. Più il
regno di Gesù cresce e si sviluppa, più cresce e si sviluppa il regno di
Maria.
Si realizza in tal modo la Parola
della Scrittura: "La Regina sta alla
tua destra" (Sal 44,10), perché il regno di Gesù ed il regno di sua
Madre crescono insieme nell'anima. Gesù e Maria vi regnano in maniera concorde.
CAPITOLO
SECONDO
Abbiamo visto come si possa
praticare una vita deiforme e divina di
totale dedizione al Signore. Ora ci resta da vedere e da dimostrare come si
possa vivere una vita mariaforme e
mariana, cioè di pieno abbandono in Maria.
Totale
dedizione al Signore
l.
Per vivere nel Signore occorre compiere la sua volontà sempre: in quello che è
da farsi come in quello che è da evitarsi, anche se ciò procura sofferenza nel
corpo o nell'anima, dentro di noi o fuori di noi, da parte degli uomini o degli
spiriti maligni.
Occorre sopportare tutto con animo
sereno e pieno di amore, con soavità e senza venir meno all'amicizia col
Signore. Anzi, facendo in modo di avere sempre il cuore rivolto a Lui,
desiderosi solo di Lui, quasi respirassimo Dio e la sua pace.
2.
Anche
Gesù faceva così: lasciava che il Padre che dimorava in Lui, compisse quello
che voleva. Ma nello stesso tempo anch’Egli agiva, in armonia col Padre e in
un atteggiamento di pace, di amore e di filiale rispetto, con lo sguardo sempre
rivolto verso il suo Cuore paterno.
Pieno
abbandono in Maria...
3.
Allo
stesso modo noi possiamo vivere in Maria, la nostra Madre amabile, in ogni
nostra azione e sofferenza, in ciò che dobbiamo fare o evitare, in quello che
la vita ci offre di bello e di brutto. Si cercherà sempre di conservare e di
favorire una disposizione del cuore da figli: tenera ed innocente; un'atmosfera
in cui si respira Maria, Madre amabile e diletta nel Signore.
Si stabilirà così un costante e
meraviglioso flusso e riflusso di amore verso Maria e da Maria verso Dio.
...come
un bambino
4.
A volte lo Spirito Santo instaura la vita mariana quando l'amore verso il
Signore raggiunge il massimo nell'anima, tanto da straripare verso Maria e da
Maria ritornare a Dio.
Com'è accaduto a Santa Maria
Maddalena de’ Pazzi che nel suo grande amore verso il Signore, era solita
rivolgersi alla Vergine come ad una soavissima Madre. In Lei si rifugiava come
un bambino: Le rivolgeva parole affettuose, tenere ed innocenti. Si comportava
così anche durante le estasi che sicuramente erano opera dello Spirito Santo.
Di tali esempi sono piene le vite
dei Santi, di S. Bernardo , di S. Piertommaso, di S. Giuseppe Hermanno e di
tanti altri Santi.
5.
Tale
disposizione interiore si attua sia spontaneamente per opera dello Spirito
Santo, sia attraverso frequenti atti d'amore indirizzati alla Madre amabile.
L'anima conserva in quest'ultimo
caso un costante e soave ricordo di Maria. Si rivolge a Lei con naturalezza come
fa quando, in ogni circostanza, ha la mente riconoscente e piena di amore
rivolta al Signore.
Si abitua, infatti, ad essere sempre
e in ogni luogo alla presenza del Signore e ad averlo nel cuore attraverso un
continuo allenamento alla fede e con ripetuti atti d'amore. Si sente trasportata
verso il Signore con tale sincerità e facilità di amore che le sembra
impossibile dimenticarsi di Lui.
6.
La
stessa cosa capita a chi è devoto di Maria. Egli riesce a prendere l'abitudine
di conservare nella sua mente la Madre amabile, di sentirsi suo amato figlio.
Tutti i suoi pensieri, tutto il suo affetto hanno un unico sbocco: Maria e Dio.
Tanto che gli sembra impossibile dimenticarsi della Madre amabile e del Signore.
7.
In
tale sublime stato interiore venne a trovarsi il carmelitano San Piertommaso,
Patriarca di Costantinopoli. Nei suoi impegni di grande responsabilità, negli
incarichi di legato apostolico, egli si rivolgeva a Maria con cuore di figlio;
La considerava sua tenera Madre. Ogni sua azione era per amore di Lei e metteva
Lei al primo posto in tutto.
Dal canto suo, Maria gli era sempre
presente, lo consolava e lo circondava di affetto materno e di grande tenerezza.
CAPITOLO
TERZO
Nella forza dello Spirito...
l.
Quando
lo Spirito Santo produce nell'anima un affetto filiale e tenero verso la cara
Madre, tutto avviene con la massima spontaneità. La stessa natura umana subisce
dei mutamenti. Diventa innocente, delicata e semplice. Assume comportamenti e
modi di fare tipici di un bambino verso la Madre amorevole e cara. Si comporta
con Lei con tanta innocenza. "L'amore
di Dio è diffuso nel suo cuore attraverso lo Spirito Santo che le fu dato"
(Rm 5,5).
In questo gioco amoroso, lo Spirito
spinge, guida e indirizza l'anima. È Lui l'agente primario.
...tra
le braccia della Madre
2.
Voler
bene così a Maria con tanta semplicità e purezza, non è altro che effetto
della presenza sovrabbondante e traboccante dello Spirito Santo nell'anima. t lo
Spirito che la spinge e teneramente la attira verso la Madre amabile.
L'anima piena di amore, corre tra le
braccia di Maria e con Maria sale verso il Cuore di Dio; lo fa senza altri
intermediari, senza creare impedimenti o disagi spirituali.
L'amore per il Signore e per la
santa Vergine appare come una sola ed identica realtà che scorre nell'anima in
maniera armonica, fino a quando l'anima non riposerà assieme a Maria in Dio, in
una sconfinata pace.
3.
Non
finirò mai di ripetere che è
"l'unico e medesimo Spirito" (1Cor 12,11) che produce
quest'attrazione amorosa verso Dio e verso Maria, come e quando vuole. A volte
ferisce l'anima di grandissimo amore e la rende come sposa sul cuore del suo
diletto. Altre volte la depone come un bambino innocente tra le braccia della
dolcissima Madre.
Ma se
cessa l'azione dello Spirito...
4.
Quando però viene a cessare l'azione diretta dello Spirito Santo, il devoto di
Maria continua a sentire il dolce ricordo di Lei, un'amorevole attrattiva; ma
non con la semplicità e tenerezza di prima, bensì con un amore più razionale,
più maturo e più robusto. Anche se lo volesse, l'anima non potrebbe più
comportarsi come prima, quando agiva sotto la guida dello Spirito, in maniera
innocente e tenera. Un tal modo di fare le risulterebbe falso.
5.
Quando, invece, è lo Spirito a operare secondo il suo volere, allora nell'anima
ogni cosa procede in maniera naturale; dalle sue profondità, spontaneamente,
senza alcun percettibile inganno o forzatura, mossa appunto dallo Spirito.
6.
Verrebbe
da pensare che nell'anima ci sono due diverse persone. Ora è l'una, ora è
l'altra ad agire con compiti differenti, non in modo artificioso ma con
semplicità, proprio come agisce la natura. Ora in un modo, ora in un altro.
Tanto che l'anima stessa resta meravigliata di come in così breve tempo possano
verificarsi in lei ora una disposizione interiore ora un'altra; ora una
tendenza, ora un'altra in sé tanto diverse, anzi op~ poste. Quasi non si
trattasse di una sola e identica erp
sona.
L'anima non vuole che tale gioco
amoroso si guasti, perciò fa molta attenzione al suo intimo, a ciò che fluisce
spontaneamente nel suo spirito: asseconda tutto con semplicità, senza
forzature.
CAPITOLO
QUARTO
Consacrare
la propria vita a Maria
come
la si consacra a Dio
l.
Finora
abbiamo visto come l'anima innamorata di Dio può anche vivere in Maria. Ora ci
poniamo questa domanda: è conveniente e lecito vivere per Maria come è
necessario vivere per Dio? Rispondo subito di sì.
2.
L'anima
che ama Dio, vive per Dio. Esercita e volge alla gloria del suo Signore tutte le
proprie energie positive, la sua sensibilità e vitalità. Indirizza a Lui
perfino le energie negative, le sue passioni e sofferenze. Mette al di sopra di
ogni cosa la volontà di Dio e l'amore per Lui.
...perché
venga il Regno di Maria
3.
Allo
stesso modo l'anima che si sforza di vivere per Maria tiene occupate, cioè
impiega al servizio di Lei, le sue energie spirituali sia positive che negative;
fa tutto per piacerle e per eseguire la sua volontà. Si pone al suo servizio
perché la Mamma celeste riceva onore, amore e sia conosciuta; si attui infine
il suo Regno in modo tale da introdurci e stabilirci nel Regno di suo Figlio Gesù.
Come viviamo, agiamo, soffriamo e
moriamo per Gesù, così pure viviamo, agiamo, soffriamo e moriamo per Maria.
4.
Come Gesù ha il suo Regno in noi, così è opportuno che Maria regni nei nostri
cuori, disponga così di ogni nostra azione e sofferenza secondo i suoi piani e
i suoi desideri. Attraverso la nostra collaborazione, Maria deve poter
esercitare la sua piena regalità in noi.
Ne ha diritto in quanto "Regina del cielo e della terra" e "Regina dei giusti e
di tutti i Santi". Maria non sarebbe Regina se non le competesse un
qualche dominio e potere su di noi, se noi non fossimo tenuti ad organizzare la
nostra vita secondo il suo volere e i suoi disegni finalizzandola alla sua
gloria.
L'esempio
dei Santi
5.
San Piertommaso, grande Santo dell'Ordine carmelitano, aveva eletto Maria Regina
del suo cuore e con tale titolo La venerava. Ogni giorno Le consacrava le sue
azioni: tutta la sua vita era offerta a Lei e portava scolpito nel cuore il suo
santo Nome, quale segno della sua perfetta sovranità.
San Gerardo mostrava pubblicamente
di riconoscere la celeste Madre come sua Regina, recitando ogni giorno l'ufficio
liturgico della gloriosa Assunzione di Maria al cielo. Ricordava così l'inizio
della Regalità di Maria in cielo e sulla terra. Ad un simile riconoscimento
egli condusse anche Santo Stefano, re d'Ungheria, il quale consacrò il suo
regno terreno a Maria e ordinò ai suoi sudditi di proclamarla Signora e Regina.
Da questi esempi dobbiamo imparare a
renderle onore con tutta la nostra vita.
Maria dà
senso alla nostra esistenza
6.
Maria
è la Madre di tutti gli eletti. È giusto, quindi, che Le manifestiamo il
nostro filiale e tenero affetto in ciò che facciamo o in ciò che evitiamo di
fare; nell'attività come nell'inoperosità, nel vivere come nel morire. È
giusto che Ella, dopo Dio, sia il motivo di ogni nostro respiro, scelta e
speranza; che Maria dia senso alla nostra vita.
Convinciamoci fermamente di questo:
sia che viviamo, viviamo per questa Madre e Regina; sia che moriamo, moriamo per
questa Madre e Signora. Sia in vita che in morte noi siamo figli di Maria, Madre
potente.
Mi sembra di sentirla dire, rivolta
a noi: "Anche se avete molte nutrici,
non avete, però, molte madri. Io sola, infatti, vi ho generato in Cristo Gesù"
(1Cor 4,15).
CAPITOLO
QUINTO
Chi
ama Maria, vive per il Signore
l.
Bisogna
subito precisare che il nostro vivere e morire per Maria deve essere sempre
indirizzato e ordinato a Dio. Lo stesso discorso vale anche per il culto e la
venerazione dei Santi.
La Vergine benedetta, infatti, è
orientata unicamente a compiere il volere di Dio. Per tutta l'eternità la Madre
amabile non fa altro che vivere per il Signore, per realizzare ciò che a Lui
piace, per amarlo e glorificarlo.
2.
Chiunque
perciò intenda vivere e morire per Maria, deve aprirsi sempre più al servizio
di Dio, convergere a Lui. Non si può vivere e morire per Maria come se Lei
fosse il nostro ultimo fine, o peggio ancora, quasi che noi, nella nostra
devozione alla Vergine, ponessimo come scopo noi stessi o qualcosa che non è il
Signore.
3.
Al
contrario. Aderendo a Maria con la vita e con la morte, noi intendiamo vivere e
morire ancor più perfettamente in Dio e per Dio, facendo in tutto il suo volere
e desiderosi solo di amarlo.
Vogliamo che si stabilisca sempre più
in noi il Regno di Maria e che questo coesista (simul consistat) col Regno di
Gesù, suo Figlio.
Il Regno di Lei, infatti, non è in
contrapposizione col Regno di Gesù, anzi, tende unicamente ad esso.
L'amore
per Maria deve sempre tornare a Dio
4.
Chi
ama il Signore ed è vero figlio della Madre amabile, fa sì che nelle sue
azioni l'amore di Dio, "diffuso nel
suo cuore dallo Spirito Santo che gli è stato dato" (Rm 5,5) scorra,
vada verso Maria. Chi ama il Signore cerca tenero e soave rifugio in Lei; a Lei
rivolge con amore la sua mente, ne serba dovunque grato e filiale ricordo, in un
atteggiamento di profonda riverenza.
Faccia però attenzione che questo
allargarsi dell'amore del Signore verso la Madre amabile, ritorni di nuovo,
rifluisca sempre verso il suo termine ultimo: Dio. Non conferisca al suo amore
nessun'altra ragione che Lui medesimo.
5.
L'anima
non corre alcun pericolo di deviare se nella sua devozione a Maria è mossa
interiormente dallo Spirito Santo.
Sperimenterà allora che la vita
vissuta per Lei non causa ostacolo alcuno alla vita vissuta per il Signore, bensì
l'aiuta e la sprona.
L'amore di Dio, passando attraverso
Maria, trova il suo sbocco definitivo in Dio tanto che al termine della vita
l'anima si fonde con la Madre amabile per riposarsi nel Signore e raggiunge così
la sua meta.
CAPITOLO
SESTO
L'avventura
più sublime: cercare Dio
l.
Lo
Spirito Santo e l'esperienza spirituale personale fanno capire con grande
evidenza a certe anime che la vita mariana, unita inseparabilmente alla vita
divina, si può dire ed è realmente di un grado più elevato dello stato di
semplice unione con Dio, Sommo Bene, cioè della semplice vita mistica.
2.
Noi
comunemente ci esprimiamo così: Dio è l'unico e l'ultimo fine cui tenda
l'anima, non c'è altro bene in vista del quale essa è stata creata. Tutta la
felicità e la beatitudine dell'anima, sulla terra come in cielo, consistono nel
raggiungere, contemplare, possedere, amare e godere questo Sommo Bene. Non si può
desiderare niente di superiore ad esso. Non c'è avventura più sublime da
tentare che quella di raggiungere Dio.
3.
Tuttavia,
sotto un altro aspetto, si può desiderare di salire più in alto di questo
livello spirituale, raggiungere altre vette. Ecco come.
In cielo i beati sono sazi di
gloria, di felicità e di gioia per il solo fatto di contemplare, amare e godere
Dio faccia a faccia. La sua gloria è in loro, il suo amore li riempie. Egli è
la loro felicità e ricchezza.
4.
Ma
è noto che oltre a questa beatitudine e gloria primarie, i beati godono di
altre glorie e gioie secondarie. A ciascuno è dato secondo la grandezza dei
propri meriti e secondo la volontà di Dio che elargisce i suoi doni a chi e
come vuole.
Contemplano, per esempio, la
santissima Umanità di Cristo, le sue gloriose Piaghe, la santa Croce, quali
strumenti della loro attuale felicità. Vedono inoltre la gloriosissima Madre di
Dio, il beato Giuseppe, suo sposo, e gli altri Santi. Hanno una chiara
conoscenza di alcuni misteri divini e di altre simili realtà.
Di queste gioie un beato può essere
più partecipe di un altro, può essere circondato di una gloria più sublime di
un altro. In uno l'amore che riempie di felicità può essere più intenso che
in un altro. È possibile abbracciare contemporaneamente più realtà che danno
gioia.
5.
Per
lo stesso motivo ad alcune anime particolari sono concesse anche nella vita
terrena grazie particolari, doni e favori. Sotto molti aspetti esse vengono rese
uguali ai beati, innalzate ad un più alto grado di unione con Dio. A poco a
poco esse raggiungono una più perfetta vita di amore con Lui, Lo vivono più
intensamente.
Cercare
Dio attraverso Maria
è
ancora più sublime
6.
A
partire da queste considerazioni, la vita mariana unita alla vita divina di
dedizione al Signore risulta essere più perfetta e di un grado più elevato
della semplice vita contemplativa e di unione con Dio.
In un certo senso la vita mariana è
duplice. È vita divino-mariana. È vita in Dio e in Maria.
In essa si contempla, si ama e si
gode Dio in Maria e Maria in Dio.
Allorché lo Spirito Santo è
diventato il principale motore dell'anima devota e abita le sue profondità, Dio
in Maria e Maria in Dio sono costantemente presenti nella sua memoria durante la
contemplazione, quando ama e perfino quando respira. Allora si può dire che
essa conduce una vita divino-mariana in Dio e mariano-divina in Maria.
Se l'anima sotto la guida dello
Spirito Santo, nelle sue azioni, pensieri e parole si spinge ad un più vivo
amore, ad una sempre più grande stima verso queste due realtà, è evidente che
vive per il Signore e per Maria.
Aperti
alla vastità di Dio
7.
La
vita divino-mariana è più perfetta della semplice vita di unione con il
Signore. Lo Spirito Santo, infatti, mette contemporaneamente l'anima in
comunione con Dio e con la Vergine, senza che l'Uno sia di ostacolo all'Altro.
Li rende
entrambi signori dell'anima.
Quindi, anche solo dal punto di
vista estensivo, tale vita risulta più perfetta di quella di chi si limita ad
occuparsi solo del Signore e delle cose che Lo riguardano direttamente. Anche
per i beati del Cielo si verifica la stessa cosa. A rigor di termini è più
felice quel Santo che ha più oggetti per cui provare gioia che colui il quale
ha come unico oggetto Dio solo.
CAPITOLO
SETTIMO
Immersi in
Dio attraverso Maria
l.
Cerco
di essere più chiaro. Esiste la semplice vita contemplativa. Essa ha per
oggetto la sola natura di Dio oppure qualcosa che lo riguarda strettamente, come
la Santissima Trinità, la conoscenza, gli attributi e le divine perfezioni.
Ma si dà anche un altro tipo di
vita contemplativa, il cui oggetto è Cristo, Dio e uomo. Dio nell'umanità
assunta e l'umanità unita alla persona del Verbo.
2.
Come
si danno questi due diversi tipi di vita contemplativa: di Dio e di Cristo, di
Dio e dell'uomo, così esiste una vita contemplativa di Dio in Maria e di Maria
in Dio. Essa si occupa di entrambi. Considera con grande trasporto l'uno e
l'altro oggetto: Dio e Maria, uniti tra loro in modo del tutto speciale, anche
se non in maniera personale come avviene nell'umanità di Cristo unita alla
divinità del Verbo.
La Santa Vergine è unita a Dio in
modo quasi sostanziale, per grazia, in forma più sublime di qualsiasi altra
creatura, anche la più santa.
Nella sua qualità di Madre, Maria,
in un certo senso, è un'unica cosa col Figlio suo, col Dio incarnato di cui è
Madre; perciò non La si può ammirare, amare ed onorare separatamente dalla
divinità.
Nel
grembo della Madre
3.
Certe
anime elette contemplano Maria così, cioè come un'unica realtà in Dio e con
Dio, senza che nulla faccia da intermediario fra loro. A queste anime è
possibile dovunque incontrare, abbracciare e baciare in Dio la Madre celeste,
diventare un'unica cosa con Dio e con Maria, intrattenersi amorevolmente con
loro fino a scomparire in loro.
Esse vengono introdotte, anzi
rinchiuse nel purissimo, ardente Cuore della Madre amabile, dentro il suo grembo
materno. Queste anime sono come languenti, ebbre, fuori di sé per la dolcezza
del loro delicato amore verso Maria e verso Dio. Amore che si indirizza sia
verso l'Una che verso l'Altro.
Può anche darsi che l'anima rimanga
in dolce riposo, assorbita, priva di forza, immersa in uno solo dei due: in Dio
o in Maria. Alla vita mariana è offerta questa sublime possibilità: di
immergersi simultaneamente in Dio e in Maria, oppure in uno dei due soltanto.
Qui sta
la ricchezza di questa particolare esperienza.
Lo
Spirito Santo ci conduce a Maria
4.
Lo Spirito Santo concede a queste anime di vivere nella Madre celeste, di
riposarsi e di godere in Lei, di avere un tale amore per Maria che le fa
diventare Lei, cioè diventare Maria.
Questo accade mentre l'anima, nella
più totale semplicità, nudità e pace, si raccoglie in Dio e si apre alla sua
immensità. Mentre è assorta a contemplare, amare e godere Dio, spesso è
condotta in una regione ancor più intima di se stessa. Lì contempla, ama e
abbraccia la Mamma celeste, si stringe a Lei amorevolmente e prova immensa gioia
per averla con sé.
5.
Tale
anima si trova in una situazione privilegiata: è un'unica cosa in Dio assieme a
Maria ed è nello stesso tempo immersa da sola nel Signore. Ama e gode Dio. Ama
e gode Maria, la Madre amabile, quasi fosse un'unica realtà con Dio. Dio e la
Vergine le appaiono come l'unico oggetto del suo amore, l'unico bene che la
riempie.
Si sente però libera di muoversi
ora verso Dio ora verso Maria.
6.
Quasi
allo stesso modo, l'anima devota si comporta verso l'umanità di Cristo: la
contempla unita alla divinità. Nella sua meditazione considera le due nature di
Gesù, la divina e la umana, unite in una sola persona.
All'anima che contempla e ama Gesù
e Maria capita lo stesso. Vede Madre e Figlio congiunti in uno strettissimo
legame, come una sola cosa; oppure come due realtà distinte ma aventi rapporti
di reciprocità. L'anima non può conoscere ed amare Maria senza conoscere ed
amare Gesù. E viceversa.
CAPITOLO
OTTAVO
Un
modo perfetto di amare Maria...
l.
Da quanto scritto finora appare che questo modo di amare la Madre amabile è
eccelso, puro, perfetto.
Pochi, forse, lo sanno per personale
esperienza. Infatti, la vita mariana in Maria e per Maria, unita alla vita
divina in Dio e per Dio, è concessa solo a poche anime innamorate, a certi
figli carissimi che la Madre celeste si sceglie con cura. E per una grazia tutta
speciale.
2.
Anche
tra coloro che tendono alla più grande perfezione si trovano, infatti, alcuni
ai quali un'esperienza del genere dice poco o nulla. Non la approvano.
Sembra loro contraria alla semplicità,
in opposizione al rinnegamento di se stessi e al distacco dalle creature, perciò
lontana dalla perfezione.
Queste persone non la disprezzino
prima di averla conosciuta più profondamente.
Non la considerino uno stadio
imperfetto della vita spirituale, adatto solo a chi inizia il cammino interiore
oppure a chi ne ha fatto appena i primi passi.
3.
Devono
sapere che questa esperienza mariana si trova bene nell'anima insieme alla vita
divina. Non le reca alcun impedimento, come ho già avuto modo di dire.
Anzi, è di giovamento e sostegno a
chi Dio vuole portare alla massima perfezione.
Lo dico
anche se sembro monotono e ripetitivo.
...raggiunto
con gradualità
4.
È naturale, però, che ogni cosa avvenga a suo tempo, senza precipitazione. Se
in questo momento all'anima manca l'attrazione, la spinta dello Spirito Santo
verso tale meta, non è il caso di insistere. Non è utile spingerla e metterla
in tale stato per forza.
Per il momento è sufficiente che
guardi alla Madre amabile con cuore pieno d'amore, Le voglia bene in modo più
maturo. Maria stessa si degnerà, a suo tempo, di comunicarle lo spirito di vita
mariana.
5.
Quando
arriverà il momento in cui l'anima (che vive già in unione con Dio) verrà
attirata dalla Mamma celeste e quasi condotta per mano a questo grado più
elevato di vita spirituale, allora soltanto imparerà per esperienza personale
quanto sono vere le cose che qui scrivo sulla vita mariana in Maria per Maria.
L'esperienza
dei Santi
6.
Chi
giungerà a tale stadio spirituale non resterà sorpreso di quanto capitò al
santo vescovo carmelitano Piertommaso.
Egli aveva verso la Madre
amabilissima un affetto delicato, un modo di avvicinarla tenero e pieno di
fiducia; soave gli era il di Lei ricordo.
San Piertommaso sembrava stare più
in compagnia con la Madre celeste che con gli altri e dava l’impressione di
mai dimenticarsene, tanto il suo cuore con tutte le forze La ricordava, La
cercava e L'amava.
Sia che stesse parlando, mangiando,
bevendo o in qualunque altra occupazione, faceva tutto per amore e nel nome di
Maria. Per questo si dice che ne avesse il Nome impresso nel cuore.
Era talmente abituato a pensare a
Lei giorno e notte, che La ricercava con affetto infuocato da sentirsi
sciogliere in Maria, trasformare in Lei. L'amore tende, infatti, a far diventare
un'unica cosa con chi si ama.
Analogo comportamento aveva San
Bernardo. Sembrava perfino che succhiasse al petto della Madre amabile.
Il beato Giuseppe dell'Ordine di San
Norberto, pare venisse da Lei nutrito.
Santa Maria Maddalena de’ Pazzi e
tanti altri Santi condussero una vita mariana senza che essa fosse di
impedimento alle loro divine contemplazioni o all’amore che li univa al
Signore.
Affermare che questi Santi nel loro
intimo rapporto con Maria o con lo Spirito Santo risultassero imperfetti, è
contrario al buon senso e alla venerazione che abbiamo verso di loro.
CAPITOLO
NONO
La
donna che Dio predilesse
l.
La
vita mariana in Maria per Maria, trova tutta la sua dignità e perfezione nella
speciale unione della Vergine con il Signore, nel fatto che i doni, le grazie,
le prerogative e le proprietà divine, a differenza delle altre creature, sono
infuse in Lei senza limiti, senza misura. Le nostre parole non lo possono
esprimere né la nostra mente capirlo.
2.
Stanno
qui le radici della vita mariana: nella contemplazione, nell'amore, nell'unione,
nella profonda gioia in cui la Vergine si trova immersa in Dio. Il Signore è
per Lei immensa Luce, Fonte da cui scaturisce senza fine ogni bene. Con questo
Dio, la Madre celeste ha un legame profondissimo, unico.
Guardando
Maria mi stupisco di Dio
3.
Ebbene,
nella vita mariana noi, in un unico atto di contemplazione e di amore,
consideriamo, amiamo, abbracciamo Dio in Maria, Dio assieme alla cara Madre. Se
non ci fossero in questa contemplazione, questo amore e godimento di Maria in
Dio e di Dio in Maria, come unico oggetto, la vita mariana non avrebbe senso.
Sarebbe rozza ed imperfetta.
Estasiarsi davanti a Maria, amarla,
abbracciarla e desiderarla come una semplice creatura e non in quanto unita con
Dio e in Dio, porterebbe ad un amore naturale, sensuale, o quantomeno poco
chiaro.
L'anima verrebbe strappata da Lui e
indirizzata verso le cose terrene.
4.
Infatti,
qual è l'oggetto dell'amore, tale è l'amore. Se l'oggetto è naturale e
sensuale, anche l'amore, di conseguenza, sarà naturale e sensuale. Se invece
l'oggetto è soprannaturale e divino, anche l'amore sarà divino e
soprannaturale.
Amare
Maria come Dio La amò
5.
Chi
ama Maria, pertanto, deve fare parecchia attenzione. È necessario che un po'
alla volta purifichi sempre di più il suo cuore. Si rivolga a Lei con amore
puro, nobilissimo e perfetto, con lo stesso amore con cui Ella è amata da Dio,
dai beati e dallo stesso Cristo.
6.
Per
praticare nel modo migliore questa purificazione dell'amore verso Maria, è
opportuno capire per quale motivo la Madre amabile sia più unita a Dio e
risulti più immersa nella luce divina, in che modo sia partecipe degli
attributi e delle divine perfezioni più di qualunque altro grande Santo o
spirito angelico.
Dio, il
primo innamorato di Maria...
7.
Questo
ne è il motivo: Dio L'ha resa degna di portare nel suo grembo verginale
l'Eterno Verbo del Padre.
Per nove mesi il Verbo dimorò in
Lei, divinizzò la sua natura, il suo corpo, la sua anima. Il Verbo divino L'ha
deificata, compenetrata, totalmente attratta a Sé, unita e trasformata in Sé,
attraverso un legame indissolubile di reciproco amore.
Per questa ragione l'anima non può
incontrare Maria se non unita a Dio e in Dio e così farla oggetto della sua
amorosa contemplazione, della sua unione d'amore e di quieta beatitudine. Su
questa base si sviluppano la vita mariana in Maria e per Maria, e insieme la
vita divina di totale dedizione al Signore.
8.
L'anima
è ancora più attratta verso la vita mariana e in essa resa solida, quando il Signore si degna di concederle qualche
raggio della sua luce. Questa luce illumina l'occhio della sua fede, tanto che
si rende conto dell'indicibile sublimità, della potenza e autorità con cui Dio
ha ricolmato sua Madre. Comprende come L'abbia fatta dispensatrice delle sue
grazie, dei doni e della divina misericordia, abbellita delle sue stesse
perfezioni, così unita alla sua natura da apparire quasi un'unica realtà con
Dio stesso.
... e L'ha fatta diventare Dio
9.
Tutto
questo, Dio lo ha fatto perché ci fosse una certa proporzione tra Madre e
Figlio.
L'anima, con ciò, comprende come
nella Madre amabile non può esserci quella semplice unione con Dio che si
verifica negli altri Santi. Ma attraverso quella luce interiore che Dio le
concede, scopre che Maria è in maniera inesprimibile un'unica cosa con Dio,
totalmente deificata (unum cum Deo tota deificata).
In un certo senso si può dire e in
realtà è così: Ella è Dio (aliquo sensu possit nominari et sit Dea). Certo,
per grazia, mentre Dio lo è per natura. Se dei Santi si dice nella Bibbia: "Io ho detto: voi siete dèi, siete tutti figli
dell'Altissimo" (Sal 82,6) quanto più sarà confacente alla Madre
amabile, in un certo qual senso, essere detta Dio (quanto magis Matri amabili
convenit certo sensu dici et esse Deam.
CAPITOLO
DECIMO
Non
avrebbe potuto farla più bella
l.
Alcune
anime provano maggior attrattiva e stimolo nella pratica della vita mariana in
Maria e per Maria perché Dio concede loro ulteriori lumi spirituali attraverso
i quali tale vita risulta superiore ad ogni altra.
Il Signore si degna, infatti, di
manifestare loro con sempre maggior chiarezza la sublime grandezza, potenza e
maestà della Madre amabile. Egli rivela l'incomprensibile e indicibile amore
che nutre per Lei, a motivo del quale prese dalle profondità del Suo Cuore
innumerevoli, sovrabbondanti grazie, privilegi e qualità per farne dono alla
Madre. Non avrebbe potuto darle di più di quanto Le abbia dato. Non L'avrebbe
potuta fare più grande e bella, più sublime e degna di quanto L'abbia resa.
Dio, in forza della sua onnipotente
sapienza e bontà, non avrebbe potuto fare una creatura più nobile, più pura,
perfetta e degna di questa sua e nostra Madre amabile.
L'amore
indicibile di Dio per Maria
2.
Allora
quelle anime comprendono come Dio, preso da indicibile amore verso questa
amabilissima Madre, Le si sia donato tutto e L'abbia tanto riempita di Sé e
delle sue divine perfezioni quanto una creatura umana ne può ricevere. Esse
comprendono altresì come questa soavissima Madre vi abbia corrisposto
fedelmente e in maniera adeguata, momento per momento, alle grazie divine in Lei
infuse, come Maria sia talmente avanzata nella vita spirituale da non essere
venuta meno nei suoi impegni anche più piccoli.
Al loro spirito appare chiaramente
che Maria, illuminata in maniera stupenda nelle cose di Dio e accesa da ardente
amore verso il Signore, superò nella perfezione tutti i cori degli angeli.
Sempre queste anime privilegiate,
attraverso un raggio della luce divina, comprendono che Dio si compiace e riceve
maggior gaudio da questa eccellentissima Madre che non da tutti i Santi messi
insieme, e ne deriva di conseguenza, che Dio sia portato da un maggior amore
verso di Lei non che verso tutti i Santi uniti insieme.
A causa di queste e simili notizie
ed interne illuminazioni circa le cose stupende riguardanti Maria, queste anime
crescono di giorno in giorno di più nella stima, nel rispetto e nell'amore
verso la Madre amabile. Esse si sentono così radicate stabilmente in Maria, in
semplicità e purezza, che la loro mente non sembra più volersi staccare da Lei
ed il loro cuore desidera essere sempre più infiammato da amore ardente per
Lei.
Le anime
devote contemplano Maria...
3.
Tali
anime privilegiate, si sentono trasportate in alto quasi con un nuovo genere di
violenza, invase da un amore che le supera.
È come se provassero un nuovo tipo
di manifestazione delle mirabili perfezioni nascoste dal Signore in Maria, come
se fossero travolte da un profondo e intenso stupore davanti all'eccessivo ed
incommensurabile amore che Dio ha per Maria.
Così esse contemplano la Madre
celeste con la mente illuminata e col cuore riscaldato da soave amore. Rimangono
là assorte, incapaci di comprendere realtà tanto elevate alle quali Dio si è
degnato di introdurle.
...e ne
restano inebriate
4.
Ma
davanti a tali meraviglie, l'amore non si sente ancora appagato. Sembra quasi
traboccare dal cuore. Viene loro voglia di gridare; cercano parole, espressioni,
con cui proclamare lo splendore, l'eccellente dignità della Madre amabile.
Vogliono lodare, benedire ed
esaltare Colei di cui tanto ardentemente e soavemente si sono innamorate.
Proprio come sogliono fare gli innamorati che sono fuori di sé per la gioia e
non sanno cosa escogitare, immaginare, inventare, per cantare le lodi della loro
innamorata, per magnificarla e glorificarla.
CAPITOLO
UNDICESIMO
Le
anime si sentono dissolvere in Maria
l.
Diventa naturale quindi per queste persone non dimenticarsi neppure per un
istante della loro Madre amabile, come non si dimenticano mai del Signore a loro
sempre presente. A causa del loro amore così delicato, sembrano perdersi in
Maria, dissolversi, esserne assorbite.
Dato che sono talmente attratte
verso di Lei con forza e soavità da un amore acceso, giungono a dimenticare
totalmente se stesse e le altre creature.
2.
Spesso,
contemplando la loro dolcissima Madre così rivestita di potere e di maestà,
così glorificata, onorata e amata dall'Onnipotente, provano nel cuore grande
gioia ed allegrezza. In quei momenti non sanno più cosa fare o cosa dire per
ringraziare il Signore, cosa fare per lodare Maria e Dio insieme, e per
benedirli in maniera proporzionata alla luce interiore e alle conoscenze loro
concesse; si sentono incapaci di farlo.
Restano perciò in intimo silenzio e
in pace adorante. Il loro intelletto si sente infatti venir meno davanti alla
grandezza di simili misteri che superano la sua portata, soccombe quasi vinto e
lascia che sia la sola volontà ad occuparsi di amare.
Amore
che tutto consacra a Maria
3.
A
chi è innamorato di Maria, sembra talvolta che il suo stesso respiro, la sua
stessa vita si stabiliscano in Lei. Prova gioia indicibile quando ascolta,
pronuncia, scrive o soltanto pensa il suo Nome soave, avverte allegrezza ed
esultanza; si sente spinto ad offrire il proprio cuore alle sue mani materne
perché lo purifichi da tutto ciò che dispiace a Lei e al Signore.
4.
Il suo amore verso la Mamma celeste diventa incontenibile. Si usa dire tra la
gente: il cuore è più dove ama che dove vive. Ebbene anche quest'anima
innamorata sembra essere più presso Maria e in Dio che nel luogo dove di fatto
dimora. La ama così sinceramente e teneramente da dimorare col suo cuore in
Maria e in Dio.
È l'amore che produce tutto ciò:
fa godere Maria nell'anima; fa sì che l'anima si dissolva in Maria; la conduce
all'unione con Maria e a trasformarsi in Lei.
È proprio dell'amore, infatti,
portare all'unione con l'amato. L'esperienza insegna che perfino l'amore
sensuale e carnale tende a questo.
CAPITOLO
DODICESIMO
Immersi
in Dio e in Maria
l.
Le persone innamorate di Maria, giunte a questo stadio, vanno acquistando di
giorno in giorno nuove esperienze sulla vita mariana. Sperimentano infatti che
la loro vita in Maria, per Maria e a causa di Maria e contemporaneamente in Dio,
per Dio e a causa di Dio, la si pratica con la stessa semplicità, intimità e
raccoglimento richiesti dalla semplice vita divina, il cui oggetto è costituito
da Dio.
2.
Nei
momenti in cui viene concessa tale grazia, restano impresse nella loro mente
poche e deboli immagini della persona di Maria. Contemplano Maria e Dio così
uniti, come scaturissero da un'unica sorgente. Come fossero, nella semplicità
dello spirito, un solo ed identico oggetto di contemplazione e di amore.
Memoria, intelligenza e volontà si
trovano così immerse in un'intimità semplice e piena di pace in Maria e in
Dio, che a stento possono rendersi conto di come si verificano tali fenomeni.
3.
Anche
se in maniera confusa, tuttavia l'anima ha la certezza che in quei momenti la
sua memoria ha un nitidissimo ricordo del Signore e della Vergine santa, che
l'intelletto ha la schietta e pura conoscenza di Dio presente nel suo cuore e di
Maria che è in Dio, che la volontà gode di una grande tranquillità, di un
amore raccolto, tenero e soave ma, nello stesso tempo, spirituale verso il
Signore e verso Maria.
L'anima aderisce a Dio e a Lei con
grande affetto.
Dio,
Maria e l'anima diventano uno
4.
Ho
detto: amore spirituale perché, soprattutto in questo stadio della vita
mariana, l'amore sembra quasi mandare scintille, sprigionare la sua forza nella
parte più nobile dell'anima senza che la sua parte inferiore e sensuale venga
sollecitata.
L'amore spirituale, a questo punto,
trova naturale sbocco nel dissolversi in Dio e in Maria, nel diventare un'unica
cosa con Loro.
5.
Quando avviene che le potenze dell'anima siano tenute insieme in maniera sublime
e perfetta dal ricordo, dalla conoscenza e dall'amore di Dio e di Maria in Dio,
allora è il momento in cui l'anima aderisce intimamente e saldamente a Dio e a
Maria. L'amore la fa confluire in quest'unica realtà, la fa sciogliere in essa.
Dio,
Maria e l'anima diventano uno.
Questa è, ci sembra, l'ultima e la
più alta meta che si possa raggiungere nella vita mariana. È ciò che di più
sublime si propone questa spiritualità che ha come scopo di amare la Madre
amabile.
6.
Tale
spiritualità non reca alcun impedimento alla vita spirituale in sé, come già
ho avuto modo di dire. Al contrario.
Maria è il mezzo e l'ancora più
sicuri per l'unione dell'anima con Dio. A chi è innamorato del Signore, Ella
infatti fornisce ciò che serve: un sostegno, un aiuto con cui raggiungere e
proseguire con più stabilità, costanza e perfezione verso la vita
contemplativa che tende ad unire e trasformare in Dio.
Tuffarsi
in Dio assieme a Maria
7.
Questa
è la mia opinione. Molti mistici e contemplativi la pensano diversamente. Essi
ritengono che la vita mariana sia di ostacolo alla perfetta unione, all'intimità
con Dio, alla vita mistica e al suo pieno godimento. La immaginano troppo
ordinaria e tale da creare disturbo e complicazione.
Non si rendono conto, invece, del
modo facile e semplice con cui va vissuta. Cioè in purezza di spirito: quasi un
tuffo in Dio sotto la guida dello Spirito Santo.
8.
Questo
modo di contemplare Maria con una delicata tenerezza piena di gesti affettuosi,
appare spesso mescolato con l'attività delle potenze sensibili dell'anima. Se
però quest'attività parte dal profondo, prodotta spontaneamente e guidata
dallo Spirito Santo, l'anima non viene sottratta alla piena adesione e unione
col Sommo Bene e con la pura natura di Dio.
Anzi,
essa viene attratta e fissata in Lui con maggior facilità.
Ripeto che ad
operare ciò è l’unico ed identico Spirito. È Lui il promotore della
vita mariana, il cui unico fine è quello di raggiungere in modo perfetto la
vita mistica.
9.
Nessuno
si stupirà più di tali fenomeni, se consideriamo la vita dei Santi che si
segnalarono nella mistica. Durante i rapimenti e le estasi erano trasportati da
un tenerissimo amore verso la Madre amabile. Non vi è dubbio che praticarono
questo delicato amore senza la minima imperfezione, raccolti in Dio, spinti e
guidati dallo Spirito Santo.
Ciò si verificò in San Bernardo,
in Santa Maria Maddalena de' Pazzi e in moltissimi altri Santi.
Perciò chi tratta di mistica farà
bene a prestare attenzione a questi fatti prima di giudicare affrettatamente il
mio modo di proporre la vita mariana.
CAPITOLO
TREDICESIMO
È lo
Spirito Santo che ci fa amare Maria...
l.
Per
chiarire meglio l'argomento ci possiamo servire delle parole dell'apostolo
Paolo. Egli dice: "Poiché voi siete
figli di Dio, Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Figlio suo, il
quale grida: Abbà, Padre" (Gal 4,6). Da questo testo comprendiamo che
lo Spirito di Gesù dimora nei figli di Dio. In essi produce un tenero amore
verso il Padre celeste secondo la capacità di ciascuno.
2.
Lo
stesso Spirito suscitò in Gesù l'affetto filiale verso il Padre, come pure
provocò in Lui verso Maria tutti quei sentimenti e gesti tipici di un figlio
verso la propria madre, cioè affetto filiale, amorosi abbracci e tanti altri
gesti di tenerezza. E continuerà ad operarli per tutta l'eternità.
3.
Che
motivo ci sarebbe, dunque, di meravigliarsi se quello Spirito che grida nei
cuori dei figli "Abbà, Padre" facendo
nascere sentimenti di affetto verso il Padre di Gesù, allo stesso modo gridasse
in quegli stessi cuori "Ave,
Madre"? Se cioè producesse quelle manifestazioni affettuose, riverenti
e piene di tenerezza tipiche dei figli verso la propria madre?
È quanto si realizzò in Gesù
durante la sua vita terrena e continuerà a realizzarsi in Lui per tutta
l'eternità.
...Egli
grida nei cuori: Ave, Madre
4.
Non
è irriverente, perciò, dire di quelle anime che amano Maria: "Poiché siete figli di Maria, Dio ha mandato lo Spirito del suo
Figlio che grida nei vostri cuori: Ave, Madre".
Lo Spirito suscita in loro affetto
filiale, attenzioni premurose e la gioia di incontrarsi con la Madre, abbracci
puri ed altri teneri gesti di amore quali si hanno verso una Mamma cara e degna
di simili delicatezze.
5.
È lo stesso identico Spirito di Gesù che fa nascere in queste anime tanto
l'amore verso Dio quanto l'affetto verso Maria, senza che l'uno ostacoli
l'altro.
Esse, attraverso l'azione dello
Spirito Santo, vivono la vita divina di totale dedizione a Dio, e dato che
l'azione dello stesso Spirito si estende anche alla Madre amabile, in Lui esse
vivono anche la vita mariana di pieno abbandono in Maria.
È lo stesso Spirito di Gesù che
opera entrambe queste realtà: fa amare insieme il Padre celeste e la Vergine
Madre; fa vivere in Dio per Dio e in Maria per Maria. Divinamente e marianamente
nello stesso tempo.
6.
In
Gesù, lo Spirito Santo realizzò tutto questo senza recare danno alla somma
perfezione divina. Lo può così realizzare anche in quei figli che Maria ama di
tenero amore, senza alcun pregiudizio per la vita contemplativa.
Mi
sembra che tale discorso sia molto facile da capirsi.
Come, infatti, ci si può
meravigliare che lo Spirito Santo lì dove è presente e dimora, operi attività
le più diverse che includano sia la contemplazione e l'amore di Dio, che la
contemplazione e l'amore di Maria e molte altre attività spirituali? Lo Spirito
lo può fare e lo fa, come a Lui piace e secondo la capacità di
ciascun’anima.
D'ora in poi nessuno quindi si
stupisca dei fenomeni spirituali che accadono realmente a certe anime.
CAPITOLO
QUATTORDICESIMO
Maria forma
i suoi figli...
l.
Ad
alcuni figli spirituali di Maria è concesso di lasciarsi guidare, formare,
possedere e animare dal suo Spirito, perché sono abituati ad avere nella loro
mente Maria come Madre amata e perché lo Spirito di Gesù, con la sua premurosa
iniziativa, li guida e li orienta verso questa soave Madre.
Come figli carissimi, vengono da Lei
educati, acquistano la sua stessa natura, rivestono il suo stesso Spirito.
Sono trasformati in Maria e lo
Spirito di Lei vive in loro e in loro agisce.
2.
Tale
esperienza è da spiegarsi così.
Certamente lo Spirito di Gesù ha
posseduto la Vergine Santa in maniera indicibilmente più perfetta che qualsiasi
altra creatura. In Lei ha operato e L'ha vivificata.
Lo Spirito di Gesù, abitando in
Maria, è stato l'autore di tutto ciò che Ella ha fatto, mai gli è venuta a
mancare la sua collaborazione.
Lo Spirito di Gesù, quindi, in
forza di una simile fedeltà è diventato anche lo Spirito di Maria.
Di questo Spirito, Maria dice: "Il mio Spirito è più dolce del miele" (Sir 24,27).
Questo suo Spirito brillò in Lei in ogni genere di virtù. Tutto operò in Lei
e con Lei.
...con
il suo Spirito
3.
Quando
la Vergine santa vuole formare, plasmare alcuni figli, procura loro il suo
Spirito, cioè lo Spirito di Gesù, perché in essi sviluppi le sue stesse virtù
e la sua stessa natura, il suo modo di comportarsi e le sue stesse inclinazioni.
Allora sembrano trasformati in
Maria. Il suo Spirito è in loro. Meglio: lo Spirito di Gesù vive ed opera in
essi così come vive ed opera in Maria. C'è forse da stupirsi se questi figli
diletti diventano un'anima sola con la loro Madre amata ed hanno la sua stessa
natura? E’ cosa normale per dei buoni figli. Questo solo desiderano le madri
che amano i propri figli.
Non sono
più io che vivo
ma è
Maria che vive in me
4.
La vita di Maria si manifesta in loro assieme a quella di Gesù. Si realizza così
quello che diceva l'apostolo Paolo: "Non
sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me" (Gal 2,20). Vale a
dire: è lo Spirito di Cristo che vive in me.
Anche tali anime sembrano poter
dire: "Non sono più io che vivo, ma
è Maria che vive in me" (= Vivo ego, jam non ego, vivit vero in me
Maria), perché è andato estinguendosi quanto in loro era contrario allo
spirito della Madre amabile e vi è rimasto soltanto ciò che a Lei è conforme.
5.
Ma
c'è di più. Il suo Spirito li dirige, li possiede e li rende fecondi. Lo
stesso e unico Spirito che anima Gesù e Maria, opera in loro tutto quello che
devono fare.
È la forza del loro agire, la loro
guida in ogni cosa. Proprio come si comportò con la sua sposa Maria: La animò,
La diresse e fece tutto ciò che doveva fare Lei.
6.
Non
sono, quindi, più loro che vivono ma è Maria che vive in loro ( = jam ipsi non
vivunt, sed Maria vivit in illis), che li fa agire, che indirizza e guida le
loro energie, che li fa vivere in modo nuovo in Dio.
Per loro, vivere è Maria. La
salutano, giustamente: "Vita,
dolcezza, speranza nostra, salve!".
Mi sembra sufficiente quanto ho
detto per istruire le anime devote nella vita deiforme e divina in Dio per Dio,
e simultaneamente mariana in Maria per Maria.
Si degni di portarla a compimento Colui che ci ha concesso
di desiderarla, per intercessione della Madre amabile, Gesù benedetto nei
secoli. Amen
___________